Una natura accogliente, il sentimento della patria, un esercito tutt'altro che eroico, l'attesa di un'invasore, il Fuhrer, che per fortuna non verrà. Fra il 1939 e il '40, il militare svizzero Max Frish vive in prima persona la minaccia nazista passando dalle esercitazioni alla solidarietà cameratesca, dalla coscienza della precarietà umana alle chiacchiere nelle osterie ticinesi.