Dissociare sesso e genere è un gesto eminentemente moderno, e teorizzare questa dissociazione lo è ancora di più. In un certo senso, il libro di Éric Marty è la storia di questo gesto. Dalle grandi imprese decostruttive di Lacan, Deleuze, Barthes, Derrida e Foucault a Judith Butler, questo saggio fondamentale - che ha sconvolto il dibattito filosofico, politico e psicoanalitico - riflette sul sesso dei Moderni come luogo di divisione tra due spazi intellettuali, l'Europa e gli Stati Uniti, fra trasmissione e frattura, equivoci ed eredità mal riposte. Attraverso un'accurata e imponente ricognizione delle tappe storiche e dei passaggi teorici che hanno portato all'attuale trionfo della teoria del genere, Marty interroga una tradizione che si è edificata attorno a coppie concettuali quali maschile/femminile, attivo/passivo, singolare/plurale, e smaschera le derive ideologiche e gli scenari autoritari alimentati dagli studi di genere, nel momento in cui abdicano alla loro originaria vocazione emancipatrice: la liberazione degli individui dal determinismo biologico.