Come un grande puzzle l'autore, giornalista di lungo corso, continua a ricomporre in questo secondo volume le alterne vicende di decine di migliaia di soldati italiani catturati in Africa dagli inglesi nel corso del secondo conflitto. Ricostruisce, per quanto possibile, le loro sofferenze e i sacrifici che hanno sopportato tra i reticolati. Mette in risalto la loro capacità di affrontare i cinque/sei anni di detenzione: chi si inventa un lavoro, chi cerca di fuggire nei modi più disparati, altri ancora che si dedicano allo studio o allo sport... Centinaia di ragazzi non sono mai più tornati dai campi di prigionia in India, Ceylon, Australia e l'autore ricorda uno ad uno i 553 soldati italiani sepolti nei cimiteri militari inglesi. La morte, per molti di loro, è stata una morte da combattente: uccisi sui reticolati che cercavano di varcare, seppelliti da frane di cunicoli da loro scavati durante tentativi di fuga, uccisi perché rifiutavano di smettere di cantare canzoni patriottiche, deceduti per aver rifiutato il rimpatrio per ragioni di salute, morti per conseguenze di ferite riportate in guerra. La capacità di soffrire e di sopportare è stato il valore che ha accomunato tutti: i caduti - il cui sacrificio estremo ha un alto valore morale - con i sopravvissuti che hanno nobilitato la loro esistenza dando un senso alla vita.