Fin dall'inizio l'Italia unita procede per fratture: le prime e più significative sono l'episodio dell'Aspromonte nel 1862, allorché l'esercito spara su Garibaldi segnando il distacco dello Stato neonato dal Risorgimento democratico, e Porta Pia nel settembre 1870, quando l'ingresso dei bersaglieri nella Roma del papa determina la rottura con la parte cattolica del paese. Sono "tragedie necessarie", perché non poteva accadere altro che quello, ciascun attore non poteva agire diversamente. Alla stessa maniera Caporetto e l'8 settembre 1943, cui il libro si dedica estensivamente interrogando anche la memorialistica dell'epoca, illuminano lo scollamento tra le differenti anime del paese e testimoniano quel disincanto di massa e quella perdurante estraneità di larghi settori della società che sono all'origine dei malesseri identitari che continuano ad affliggere il nostro paese.