La libertà rappresenta la massima espressione del valore e della dignità dell'uomo e il libero arbitrio si pone quale condizione indispensabile per ogni azione umana che possa veramente dirsi tale. La riflessione filosofica e teologica del medioevo cristiano ha mirabilmente approfondito tali tematiche: l'esperienza della libertà con le sue contraddizioni si è posta quale cifra dell'esistenza umana nel suo ineliminabile rapporto con Dio. Nel pensiero di San Bonaventura questi caratteri emergono con chiarezza: la natura del libero arbitrio e la dimensione ascendente della libertà, con i suoi limiti e le sue incompiutezze, ma anche nella sua ontologica capacità di guardare "oltre", a quella Verità senza la quale la libertà stessa non può sussistere. Se l'uomo è "spirito incarnato" altrettanto è la sua libertà: ragione e volontà, integrandosi nell'esperienza del giudizio e dell'azione concreta, consentono il passaggio a quella ulteriore dimensione mistica che, per Bonaventura, permette all'esistenza fidente di aprirsi al mistero dell'Eterno.