Tra la fine del XIX e la metà del XX secolo, il "mito dell'italianità" di Trieste è stato uno dei più longevi nel discorso pubblico del Paese. Il libro si sofferma sugli anni che vanno dal 1945 al 1954, segnati dalle cicatrici della guerra, dalla nascita della Repubblica e dallo scenario internazionale della guerra fredda. Separata dallo Stato italiano e città contesa con la confinante Repubblica jugoslava, centro del Territorio libero creato con il Trattato di pace del 1947, pedina cruciale della nuova situazione geopolitica, Trieste diventa "la questione" per eccellenza nel dibattito politico nazionale. Il volume ne esplora le tante implicazioni attraverso una scrupolosa indagine svolta sui principali organi di stampa e sugli atti parlamentari, fino al memorandum di Londra del 1954 che riassegna la città all'Italia. Le narrazioni politiche e gli usi pubblici della vicenda di Trieste, imperniati sul recupero dei concetti di patria, nazione, italianità, diventano una cartina di tornasole delle tante questioni che agitano la società in un tornante fondamentale della sua evoluzione verso un nuovo assetto democratico.