"Non nobis, Domine, non nobis", il motto di una delle più illustri tra le famiglie dogali della Repubblica di Venezia, tratto da un salmo di Geremia e un tempo già dei Templari, rappresenta l'atteggiamento nei confronti del governo che ha improntato la plurisecolare avventura del patriziato veneziano, nella buona come nella cattiva sorte. Testimonianaza di uno degli eredi di questa tradizione, il libro raccoglie alcune riflessioni in tema di genetica politica, alla ricerca dei tratti caratterizzanti la nobiltà di governo.