Dalle querce che hanno partorito i primi esseri umani al fico cui sono legate le sorti di Roma, dal pioppo che annuncia la futura grandezza di Virgilio ai due mirti che fioriscono insieme con le fortune politiche di patrizi e plebei, dai platani che bevono vino ai prugni che commettono adulterio, dalle metamorfosi vegetali al dibattito sull'anima delle piante: gli alberi occupano nell'immaginario dei Romani una posizione di grande rilievo, che investe il diritto e la religione, il mito e la tecnica, il pensiero filosofico e le dottrine scientifiche. Mentre le correnti più avanzate dell'antropologia e dell'ecologia contemporanea puntano a riscrivere il paradigma dell'interazione tra uomo e pianta elaborato dalla modernità occidentale, il libro esplora in un viaggio affascinante e ricco di sorprese le molteplici forme assunte da questa interazione nell'orizzonte intellettuale e nelle pratiche simboliche della cultura romana.