Il mercoledì santo della Pasqua del 1814, mentre in un salone del castello di Fontainebleau Napoleone Bonaparte firmava il trattato di resa alle potenze alleate della Sesta Coalizione antifrancese rinunciando così al trono di Francia e a quello d'Italia per poi partire verso l'esilio sull'isola d'Elba, in uno dei paesini del Lazio meridionale, a Vallecorsa, al termine della messa serale, sul sagrato della chiesa di San Martino la banda dei contumaci capeggiata dal Matto assassinava otto persone e, tra queste, anche il Maire del Paese. Nel condannare a morte quel capo banda i giudici pontifici avrebbero sbrigativamente definito "irragionevoli" quegli omicidi evitando così di doverne approfondire l'imbarazzante e, per quei tempi, inconfessabile movente. Fu quello in realtà l'ultimo atto di una sorta di guerra partigiana che, tra le tante bande di briganti che in quegli anni operarono nella Ciociaria, condusse il solo, vero, gruppo di ribelli che si oppose all'occupazione napoleonica di quelle terre.