"Questi saggi europeistici di Romano Guardini, pubblicati per la prima volta in raccolta, ci restituiscono non solo la potenza dell'argomentare del filosofo ma anche un clima aurorale, una «genesi» del «fatto-Europa ». Parto sofferto, drammatico, non scontato, esito di conflitti, di inquietudini e di tormenti sia biografici che nazionali. Guardini sente gravare su di sé un destino di primo acchito irriducibile e insieme incomponibile: l'appartenenza a due patrie (Italia e Germania), a due mondi culturali e spirituali diversi e nella grande guerra civile del Novecento ora alleati ora confliggenti. Come uscirne? Le sue meditazioni sull'Europa, frutto di una riflessività e d'una originalità straordinarie, dicono che solo l'Europa poteva diventare non solo un «destino» di ricomposizione per la sua personale identità, ma anche un compito etico da consegnare al futuro dei popoli europei fuoriusciti dall'epoca tragica segnata dalle guerre e dai totalitarismi." (dalla Premessa di Silvano Zucal)