In primo luogo i saccheggi di cui i beni del cardinale Ercole Gonzaga furono bersaglio a opera degli abitanti del contado allorché nel 1559 si sparse la falsa notizia della sua elezione a papa; quindi il rito pasquale dei Mattutini delle tenebre qual era celebrato all'epoca nei paesi del Mantovano; infine le rivolte che lungo tutto il Cinquecento videro protagonisti i terzaroli, ovvero i coloni del monastero di San Benedetto in Polirone. Questi gli argomenti dei tre saggi di Lorena Grassi che qui si pubblicano. L'esame ravvicinato dei contesti specifici, secondo un'impostazione microstorica, consente all'autrice di formulare ipotesi suggestive e convincenti sui significati delle parole e delle azioni dei contadini e sui valori e le forme di pensiero a esse sottese. Trattandosi di fenomeni che trovano riscontri nella storia dell'Europa medievale e moderna, l'indagine si amplia attraverso comparazioni che a loro volta chiamano in causa paradigmi interpretativi elaborati dalle scienze sociali; ma la plausibilità delle letture proposte è peraltro verificata sulla scorta di un confronto serrato con i significati presenti alla coscienza degli attori. Si offrono dunque nuovi originali punti di vista da cui guardare alla storia e alla cultura dei contadini mantovani del Cinquecento. È un cambiamento di prospettiva che finisce con il modificare la visione complessiva, se è vero che gli studi di Lorena Grassi portano al centro del quadro i rapporti tra principi e popolo come chiave imprescindibile di comprensione della storia mantovana dell'epoca.