Sul finire dell'Ottocento la crescente rivalità intra-europea e la sua proiezione verso l'esterno stimolarono la produzione e il perfezionamento delle armi da fuoco. Mentre l'Europa si riarmava, aumentava il traffico di armi fuori dall'Europa attraverso canali legali e illegali che coinvolgevano funzionari consolari, trafficanti e collaboratori locali. Una delle regioni maggiormente interessate dalla proliferazione di armi di inizio Novecento era l'Afghanistan meridionale, alle porte dell'India britannica. Quest'area ricopriva, insieme al Golfo Persico, un'importanza cruciale per la potenza inglese, che iniziava allora a percepire i primi segni di un declino che diventerà via via più pronunciato. Il volume ricostruisce gli snodi principali del processo che portò alla militarizzazione dell'Afghanistan e i motivi per cui la diffusione di armi sulla «Frontiera» assunse agli occhi degli inglesi contorni allarmanti, tanto da divenire uno dei principali problemi che le autorità di Londra e Calcutta si trovarono ad affrontare nella regione nei decenni che precedettero la Prima guerra mondiale.