La rivista di studi sociali e coltura generale «Pensiero e Volontà», fondata a Roma nel 1924 da Errico Malatesta, fu tra le più prestigiose esperienze giornalistiche e editoriali dell'anarchismo italiano. La testata si propone come uno specifico strumento di analisi e approfondimento teorico per ridisegnare i tratti e le prerogative di un anarchismo «realizzatore e realizzabile» rispetto alle formulazioni fineottocentesche di Bakunin e Kropotkin. La rivista, che non tralascia la trattazione di fatti e avvenimenti legati all'attualità, è aperta alla critica e al confronto, ma sottoposta a una repressione costante da parte del regime fascista, dopo l'approvazione delle leggi fascistissime, nel 1926 è soppressa, insieme a tante altre testate. L'attento saggio di Fabrizio Giulietti analizza e ripropone le tematiche politiche, culturali e sociali affrontate dalla rivista.