Si tratta del quarto volume dei diari tenuti da Giovanni Ansaldo per la maggior parte della sua vita. Una testimonianza che si rivela continua fonte di conoscenza del mondo politico e culturale italiano dal fascismo in poi. Gli anni della "guerra fredda" sono quelli in cui il giornalista, pagando per il passato fascista, vive emarginato dal mondo dei giornali eppure sempre attivo in collaborazioni non ufficiali con riviste e case editrici. È il diario di uno sconfitto che dall'autoesilio cerca di rientrare nella vita attiva. Un autoritratto, dunque, ma anche una cronaca di un ambiente culturale e giornalistico che dopo la guerra veniva, con un po' di spregiudicatezza e autoindulgenza, ricomponendosi.