Il testo si colloca nella ricorrenza del bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi, evidenziando il contributo che la Basilicata ha fornito per ottenere l'unità e l'indipendenza della nazione. Avvenimenti che i libri di storia patria, non trattano, se non sporadicamente, senza darne il meritato risalto. La Basilicata, una regione che già dalla fine del XVIII secolo, ha dimostrato il proprio spirito non assoggettabile allo straniero e successivamente, in pieno risorgimento, ha concorso a pieno titolo al destino della patria. Periodo, in cui si ha finalmente anche la partecipazione dei contadini ai moti rivoluzionari, ossia di tutto un popolo che finalmente abbatte quel muro fatto di caste ed unitamente apre la strada alle "camicie rosse" impegnate nel sud. I lucani amati dal Generale, lo hanno ricompensato con la partecipazione alla lotta di liberazione, ponendogli al suo cospetto una parte d'Italia già liberata prima del suo arrivo. Ancor più, lo hanno servito in seguito, con la gloriosa "Brigata Basilicata" composta da più di cinquemila volontari che lo seguirono verso il Volturno, per completare l'opera da lui intrapresa il 5 maggio del 1860.