Il volume documenta la diffusione della coltivazione del riso lungo le aste fluviali della provincia di Teramo fino ad epoca post-unitaria, arricchendo di un importante capitolo, finora del tutto sconosciuto, la lunga storia della risicoltura teramana. Anche se in forma abusiva, questa pratica agricola continuò infatti ben oltre la legge abolitiva del 1831. Attraverso inediti documenti d'archivio, l'autore ricostruisce la topografia delle risaie esistenti nelle piane dei fiumi Tordino e Vomano e le intricate vicende che fino al secondo Ottocento videro implicati i risicoltori, spesso grossi proprietari terrieri locali, e le principali autorità provinciali, in un gioco di contrasti ma anche di connivenze e complicità. Sullo sfondo, le nostre campagne ottocentesche e la sofferenza delle povere popolazioni contadine, le più esposte al rischio malarico che "esalava" dalle risaie.