Quando si osservano i fenomeni migratori e ci si interroga su cosa spinga le persone in cerca di una vita migliore a lasciare la propria casa, la famiglia e il proprio villaggio, spesso si presta poca attenzione alle storie personali dei migranti, ognuno dei quali compie un percorso unico motivato da aspirazioni diverse. I tre fratelli Rotanzi, che si unirono al movimento migratorio che caratterizzò il Ticino verso la metà dell'Ottocento, ne sono l'esempio perfetto: ognuno di loro cercò la propria strada, chi in California, chi in Australia. Attraverso la corrispondenza intrattenuta col padre, rimasto a Peccia, Marilyn Geary ricostruisce le loro commoventi storie, per nulla dissimili alle epopee sulla frontiera dei nuovi mondi che hanno emozionato le generazioni contemporanee. Vite straordinarie, il cui significato e la cui eredità ancora oggi risuonano nei luoghi (e nei loro nomi) che hanno contribuito a plasmare e costruire.