Con questa sua recente fatica, Silvio Gallio ci porta a sorvolare la vecchia Milano della metà Ottocento. E scopre una particolarità che ancora era sfuggita: le prime ferrovie, nate ai bordi della città, sono concentrate nel tempo e nello spazio. Concentrate nel tempo in quei 25-30 anni in cui si è passati dai campi e dalle cascine alle rotaie e alle stazioni; concentrate nello spazio perché tutte le ferrovie milanesi sono apparse o semplicemente proposte all'interno del quadrante Nord-Est, in una disposizione che correva lungo l'allora Circonvallazione. Il viale delimitava la periferia della città e, con un arco, congiungeva Porta Tenaglia a Porta Venezia e a Porta Tosa. Solo i tempi più recenti hanno visto stazioni, scali e massicciate sorgere un po' dovunque attorno alla città. Così, quel quarto di Milano e quel quarto di secolo sono stati determinanti per la crescita economica e relativo riscatto sociale non solo nel milanese o nella Lombardia. È stato quel quarto di città che ha visto aumentare le specializzazioni di operai che diventarono macchinisti, una professionalità estremamente ricercata e generatrice di riscatto sociale. È stato in quel quarto di città che si è creata la necessità di personale di accompagnamento dei treni, i capitreno, i conduttori, i frenatori. È stato in quel quarto di secolo che si sono espanse le possibilità di impiego per scrivani e amanuensi dedicati alla gestione di grandi quantità giornaliere di informazioni. Ed è stato perfino dove giovani ingegneri hanno potuto inserirsi nel mondo delle professionalità quando le occasioni di lavoro e di sviluppo erano in continuo aumento. Il quadrante Nord-Est di Milano diventa, così, il nucleo dell'eccezionale sviluppo della città che ha trascinato molto dell'economia italiana verso lo sviluppo. Questo libro racconta questa evoluzione e puntualizza gli avvenimenti che hanno portato alla nascita delle prime ferrovie milanesi. E non solo. Non rimane che aprire le pagine e correre su quelle rotaie.