"L'idea di scrivere questo libro mi è balenata all'improvviso, mentre camminavo per Napoli, lungo corso Vittorio Emanuele. Avrei potuto lavorare con fonti "vive", intrecciare livelli di realtà molto diversi e lontani, raccordare la storia delle trasformazioni degli assetti ambientali con quella delle aspirazioni e delle idee di un gruppo di amministratori che aveva avuto a Napoli un ruolo fondamentale nell'elaborazione degli interventi pubblici". Alternando lo stile dell'indagine scientifica ai toni della narrazione, Gabriella Corona dà vita a un'esperienza storiografica in cui le vicende del governo del territorio a Napoli e la biografia dei suoi protagonisti si mescolano nel periodo che va dagli anni settanta del Novecento fino a oggi: il Piano delle periferie, la prima fase della ricostruzione successiva al terremoto del 1980, le politiche degli anni novanta, il Piano regolatore. Ne risulta un modello di memoria condivisa tra lo storico e l'oggetto della sua osservazione, dove la voce dei ragazzi rappresenta l'ordito di un racconto in cui viene ricordato il lavoro per correggere le implicazioni distruttive delle trasformazioni urbane. Il libro non è solo un'analisi del caso partenopeo. È anche una riflessione sulle radici di un pezzo importante dell'ambientalismo italiano, sui suoi rapporti con l'urbanistica e con i partiti di sinistra. Una metafora dell'essere cittadini impegnati nel governo della polis, contro chi vuole scardinare i valori della politica.