Per il centenario della rivoluzione russa pochi sono stati a oggi in Italia i momenti di riflessione critica e di riconsiderazione storiografica sull'evento da cui si sarebbe originato un fenomeno epocale, il comunismo sovietico. In tale contesto, una felice eccezione è rappresentata da questo saggio che descrive, con efficace sintesi, la straordinaria precocità degli anarchici di lingua italiana rispetto alle altre componenti della Sinistra nel denunciarne senza esitazioni i pericoli d'involuzione autoritaria. Per gli anarchici era inscindibile il binomio libertà politica-rivoluzione sociale in contrapposizione al modello autoritario che di fatto negava le ragioni stesse degli ideali della rivoluzione. La sollevazione di Kronstadt del marzo 1921, repressa nel sangue dall'Armata rossa e ben presto assurta a simbolo, nel movimento anarchico italiano ed europeo, dell'estremo quanto disperato tentativo delle forze libertarie per contrastare il potere dei bolscevichi, il cui furore persecutorio nei confronti di noti militanti anarchici arrestati e deportati nei lager, testimonierà di lì a poco della degenerazione definitiva del sogno di libertà originatosi dalla rivoluzione russa.