Sin dal Duecento Firenze ha avuto un ruolo d'avanguardia non solo nel campo dell'assistenza ospedaliera, ma anche nella formazione di medici e chirurghi. La filantropia di Folco Portinari, fondatore dell'ospedale di Santa Maria Nuova, trovò eco nella generosità di Simone di Piero Vespucci, all'origine nel Trecento dell'altro importante nosocomio cittadino, San Giovanni di Dio. Entrambe le istituzioni furono efficienti presidi assistenziali, ma anche centri di ricerca, insegnamento e irradiazione di idee e pratiche innovative. Il graduale riaffermarsi della chirurgia, recuperando antiche conoscenze in virtù del nuovo clima instaurato dall'Umanesimo, si concretizzò a Firenze, sulla fine del Cinquecento, nell'istituzione di una vera e propria scuola chirurgica che si guadagnò ben presto rinomanza europea. La grande trazione è poi proseguita grazie alle grandi figure ricordate nel libro, tra cui Maria Petrocini Ferretti, la prima donna chirurgo del Settecento o Ferdinando Zannetti, che fu medico di Garibaldi.