La decisione di Adolf Hitler di sottoporre la città di Leningrado a un lungo assedio invece di travolgerla con un assalto diretto provocò l'avvio di una delle campagne più brutali e distruttive del Fronte orientale. Il gruppo d'armate Nord tedesco fu in grado di isolare Leningrado e la sua guarnigione, e per oltre due anni bersagliò la città con artiglieria e attacchi aerei, mentre i sovietici compivano ripetuti sforzi per tentare di sfondare nelle gelate paludi sul fronte del Volchov. L'approfondita ricostruzione storiografica di Robert Forczyk, che prende in esame uno degli episodi più cruenti della Seconda guerra mondiale, si conclude nel gennaio 1944, quando l'Armata Rossa fu in grado di spezzare il fronte del gruppo d'armate Nord e l'assedio della città: circa un milione e mezzo di sovietici erano ormai morti in combattimento, per malattia e per fame.