Per tutta l'età moderna Venezia rimase una città-Stato dominante su un mosaico di communitates suddite dotate di autonoma fisionomia politica, giuridica e istituzionale. Ad accomunare le diverse realtà sottomesse e i loro abitanti era l'esclusione dal corpo di governo della Serenissima Repubblica: il patriziato veneziano assiso nelle magistrature di Palazzo Ducale. Attraverso un attento studio di fonti archivistiche e un costante confronto con la trattatistica politica dell'epoca, il volume indaga le strategie adottate da tali comunità e dalle loro diplomazie al fine di ovviare al diaframma imposto da una costituzione materiale che, definendole suddite e trattandole da tali, le vedeva formalmente escluse da aree, istituzioni e processi decisionali riservati al patriziato veneziano.