Questo libro cerca di ricostruire la dinamica e le motivazioni che nel 1943 portarono alla fucilazione sulla spiaggia di Procchio di 14 detenuti feriti provenienti dal carcere di Pianosa, e che avrebbero dovuto essere trasferiti a Portolongone. Si legge che il Carcere di Pianosa era diretto da un personaggio che pareva essere alquanto impulsivo e incline alla violenza piuttosto che dotato dell'equilibrio indispensabile per la corretta gestione di un luogo di espiazione, di privazioni e sofferenze certamente superiori a quelli a cui era già sottoposta la popolazione civile in tempo di guerra. Condizioni esasperanti tanto da far temere una rivolta collettiva dei detenuti. E fu quando tale sospetto parve fondato, che il Direttore fece colpire selvaggiamente i responsabili della possibile rivolta procurando la morte di alcuni detenuti e il ferimento di altri. I 14 feriti che partirono in qualche modo speranzosi per Portolongone, furono fucilati dai Tedeschi a Procchio.