La volontà di distinguere fra «noi» e «gli altri» ha spinto gli esseri umani a delimitare e difendere i propri territori in ogni epoca della storia. Dal primo confine a noi noto, che nel IV millennio a.C. divideva Alto e Basso Egitto, ai cinquantamila chilometri di lunghezza della Muraglia cinese, dalla spartizione a tavolino di un intero continente - l'Africa -, fino alle avventure della marina boliviana, tuttora attiva in uno stato privo di sbocchi sul mare, Jonn Elledge dimostra come i confini si plasmino sull'incontro e sullo scontro di idee, siano la conseguenza della formazione e dell'affermazione di identità politiche, rispecchino tanto una visione del mondo quanto la manifestazione, su larga scala, dell'umana follia. Ora derivate dalla geografia fisica, ora del tutto arbitrarie, le linee che vediamo tracciate sulle mappe potrebbero insomma apparire assai diverse se solo una guerra, un trattato di pace o un gruppo di viaggiatori stanchi e sfiduciati avesse preso un'altra direzione. In un racconto esuberante e sorprendente attraverso i secoli e le civiltà, "I 47 confini che dividono il mondo" racconta la nostra storia come non l'abbiamo mai letta prima.