Più che una storia, la presente ricerca si apre con una dettagliata presentazione della Valcanale, piccolo e importantissimo territorio carinziano di confine, coinvolto in prima linea sui suoi monti nel conflitto tra gli eserciti austro-ungarico e italiano della prima guerra mondiale (1915-1918). Si tratta di un tema elaborato in modo diverso dal solito. La narrazione non si dipana seguendo i filoni narrativi delle strategie militari, dei combattenti, dei vincitori o dei vinti, ma si focalizza su notizie testimonianze, esempi, citazioni e interrogativi sugli ultimi, sui senza storia e senza volto, sulle migliaia di prigionieri di guerra che qui tra le montagne diedero il loro determinante contributo di lavoro, di fatica e di sofferenza, ma anche delle loro enormi capacità d'intervento in opere rimaste a testimoniarne la presenza. Essa tratta di prigionieri russi, serbi, italiani e di altri gruppi minori, ammassati in baraccamenti, sottoposti a immani disagi, aggravati da gelide stagioni invernali e imbrigliati, loro malgrado, sotto vari profili da obiettive difficoltà dimostrate nel corso del conflitto nel campo austro-ungarico, tra cui quelle meteorologiche ed alimentari.