Le case chiuse nell'immaginario collettivo, grazie a quell'alone di mistero che le circondava, sono sempre rimaste luoghi ambigui, quasi mitici, dove i frequentatori respiravano un'atmosfera di peccaminosa lussuria. Nel campo della prostituzione la città di Trieste, che conobbe il massimo splendore mercenario nel periodo a cavallo tra i primi del 1900 e il secondo dopoguerra, ha una lunga storia che presenta delle specifiche peculiarità, se non altro per il fatto di essere stata uno dei porti di mare più importanti del Mediterraneo. Fu, quindi, frequentatissima da marinai, militari, commercianti, e quanti altri, che, hanno favorito qui lo sviluppo di una florida attività nel campo della prostituzione femminile. Nei primi decenni del Novecento a Trieste le case di tolleranza avevano raggiunto il numero di 45 unità con 300 lavoratrici. Questo lavoro, descrivendo uno spaccato della storia cittadina non molto conosciuto e pochissimo documentato, vuole aggiungere un ulteriore tassello alla comprensione dei costumi e delle abitudini della nostra città.