Nell'anno 1418 la Regina Giovanna II d'Angiò, in merito al possesso di Benevento nelle mani della Chiesa, «la rivendicò e ne investì il suo favorito Sforza». Benevento, cioè, col consenso di Papa Martino V, fu affidata al contestabile Attendolo Muzio Sforza, fino ad allora titolare pro tempore, che nel 1422 svernò nel feudo beneventano di S.Maria de Villafranca, come si ricavava dal necrologio di S.Spirito «esso era di tanta ampiezza che Sforza vi venne colle sue genti e vi dimorò tutto il verno del 1422». All'epoca la provincia beneventana del Principato Ultra, era unita alla Citra Montoro e alla Capitanata, come risulta dall'atto di un notaio di Ariano, senza possibilità di poter definire i confini. Il Papa di Roma cedette prima l'ex Ducato, riconquistato dai cavalieri angioini, e poi diede Benevento e Casali alla sovrana di Napoli, che la rivendicava nel Regno, in quanto erano stati i suoi predecessori a dotarla di statuti scritti fin dal 1202, sebbene fosse chiara a tutti una riconferma ai prefetti della Chiesa da Re Carlo I d'Angiò.1 Fatto è che Giovanna II, prima di essere sovrana del Regno di Sicilia, fu la seconda Regina di Neapulia, cioè già eletta dai magni in quanto successora a Re Ladislao. Il capostipite dei Re magnanimi del nuovo e rifondato regno capuano, fu scelto dagli anziani senza essere necessariamente incoronato dal pontefice a Re di Puglia, come accaduto nei secoli a Salerno, oppure di Sicilia Ultra a Capua, o principe imperiale nelle vicarie di Italia Citra a Troia Vetere in Atense, o di Gerusalemme a Nazaret in neapolis Trani di Barletta, infine di Costantinopoli a Barulo arola di Siponto fondata dai veterani di Canosa.