Un'unica Wehrmacht, due nemici molto superiori: quello sovietico, che arrivava da est, e quello alleato, in apparenza intrappolato in una dura risalita lungo lo stivale italiano. In questo volume, Robert M. Citino scrive "la storia dell'anno di guerra 1943 eliminando qualsiasi scoria di romanticismo": esaminando la corsa per Tunisi, la battaglia di Kursk, lo sbarco in Sicilia, l'avanzata sovietica a Örel e lo sbarco a Salerno, compie un percorso analitico di grande acribia nell'anno culmine della Seconda guerra mondiale, ma anche nello sviluppo della dottrina militare tedesca e nella forma mentis dell'élite prussiana che innervava il corpo ufficiali del Reich. La Wehrmacht non stava difendendo la madrepatria: combatteva per mantenere remote conquiste conseguite con una brutale guerra di aggressione, quintessenza dei guadagni disonesti. Hitler e lo Stato maggiore attesero la fine di quell'annus horribilis sperando in qualche concreta possibilità di sopravvivere: si erano tutti imbarcati in una grande e tremenda avventura, e l'avrebbero vissuta fino alla fine.