Il 1945 segna la ripresa del protagonismo femminile transnazionale. In quello stesso anno, il Congresso di Parigi apre a un processo di inclusione e invita le sezioni nazionali delle associazioni delle donne ad accreditarsi nella neonata Federazione Democratica Internazionale Femminile. In Italia, l'unità si è già rivelata essere una chimera con la nascita dell'Unione Donne Italiane di area social comunista e del cattolico Centro Italiano Femminile. L'evidenziarsi di una contrapposizione bipolare si riflette sugli scenari internazionali e se l'UDI entra nella FDIF, il CIFaderisce al Movimento Mondiale delle Madri e ad altre organizzazioni affini. L'autrice ripercorre lungo il primo quindicennio della Guerra fredda la rete delle affiliazioni globali e sulla base di documentazione inedita, rinvenuta, tra l'altro, presso gli Archivi Onu, fa luce su una transnazionalità contradditoria ma funzionale alla definizione di spazi autonomi nell'associazionismo femminile.