Il XIX secolo ha rappresentato il culmine dell'interesse coloniale dell'Europa verso le nazioni dell'Est. Era stato il Regno Unito, all'epoca della Regina Vittoria, a incentivare, più di ogni altro stato, i viaggi verso l'Africa e l'Asia e il fascino delle nuove terre aveva indotto non solo politici, diplomatici, commercianti e militari, ma anche pittori, scrittori, artisti e avventurieri a inoltrarsi sulle rotte d'Oriente. Anche le donne non si erano sottratte all'irresistibile richiamo dell'Est. "Passaggio in Oriente" racconta la storia di alcune viaggiatrici che sullo sfondo della società vittoriana puritana e repressiva, sfidando il pregiudizio sociale di una vita racchiusa in un ristretto ambito familiare, si spingeranno lontano dai propri confini e, a seguito di questa esperienza, diverranno scrittrici, archeologhe o scienziate. Il viaggio aprirà prospettive nuove alla condizione femminile, colmando il vuoto della scarsa educazione culturale, presente anche tra i ceti più elevati della società. Tutte hanno lasciato resoconti di viaggio, diari e testi scientifici, che dimostrano la volontà di misurarsi con popoli e costumi estranei ai propri, osservazioni prive degli stereotipi che animano le pagine dei diari di molti viaggiatori, rivelando anche una insospettata vocazione letteraria. Tuttavia le loro storie sono rimaste per lo più sconosciute. Solo alla fine degli anni '80 del secolo scorso, la riscoperta di diari, lettere, autobiografie e resoconti di viaggio, conservati nelle biblioteche, archivi e collezioni private, per lo più inglesi e americane, ha dato visibilità alle attività svolte da queste donne. Sfidando i pericoli di viaggi in terre fino ad allora quasi sconosciute esse hanno avuto il merito di averci restituito il patrimonio delle loro straordinarie esperienze e di averci fatto conoscere aspetti della vita sociale orientale spesso ignorati dai più noti viaggiatori. Prefazione di Serena Maria Cecchini e Stefania Mazzoni.