Sebbene Catone considerasse l'agricoltura come l'attività più utile e nobile per un autentico romano, fu evidente fin dai primi anni della storia dell'Urbe che le attività artigianali e commerciali erano comunque indispensabili per il funzionamento di una società dinamica e in continua espansione. L'esercizio di un mestiere, di un'arte o di una professione divenne così per la plebe, ma anche per i liberti e persino per gli schiavi, l'unica prospettiva di sviluppo e di riscatto sociale. Gli attrezzi costituivano non solo gli strumenti concreti con cui veniva svolta l'attività, ma anche dei veri e propri simboli qualificanti della professione.