Nel secondo volume della sua storia della Russia sovietica, Carr prosegue l'opera di ricostruzione della Rivoluzione russa, concentrandosi sull'"interregno" che subentrò alla morte di Lenin. All'indomani della scomparsa dello statista che ebbe a cuore fino all'ultimo giorno il destino del partito e della rivoluzione, hanno inizio l'ascesa della nuova figura di Stalin e la lotta metodica e spietata al suo oppositore Trockij. Nel biennio 1923-1924 si intrecciano, dunque, la complessa storia "interna" della rivoluzione - tanto nella contesa tra i nuovi protagonisti politici, quanto in quella tra le opposte idee di rivoluzione (in un solo Paese o permanente) - e quella "esterna" dell'Europa e dell'Occidente, in cui l'iniziale, mancata, convergenza sulla prospettiva e sull'esperienza sovietica si trasforma progressivamente nel suo più ostile antagonista.