Uno degli obiettivi di questo libro consiste in una sorta di sfida al senso comune nella narrazione della grande emigrazione che attraversò l'Atlantico per molti decenni tra l'Ottocento e il Novecento. Dalle ricerche che compongono il volume emerge uno scenario molteplice e sorprendente, irriducibile a immagini stereotipate e rappresentazioni uniformi. Il principale filo conduttore si fonda sulla individuazione di una regione migratoria meridionale, peculiare per la sua precocità e per le sue caratteristiche sociali e culturali, posta al confine tra la Campania, la Basilicata e la Calabria. Da essa si sono diramate catene migratorie dirette il più delle volte verso mete inconsuete come la Colombia e il Centroamerica, il nordest del Brasile e l'Amazzonia. In queste "altre Americhe", fino alle regioni transandine dell'Ecuador e del Perù, si sono dipanate vicende migratorie di straordinario interesse sociale e culturale. Le traiettorie migratorie, le storie collettive e le biografie individuali hanno disegnato, nei percorsi di integrazione, la sociabilità dei migranti, il ruolo precipuo svolto molto spesso dalla massoneria e talora dal protestantesimo. L'intraprendenza di questi migranti, i loro successi, le loro difficoltà e le loro sconfitte, hanno dato vita a vicende spesso mobili e complicate e talora a percorsi circolari. Infine, molti artisti - pittori, scultori, architetti, musicisti - assieme a studiosi e scrittori, mostrano in queste "altre Americhe" quanta importanza abbia avuto la cultura italiana nella costruzione della modernità dell'occidente latinoamericano.