Il Ministero per l'assistenza post-bellica, creato nel giugno del 1945 e smantellato nel febbraio del 1947, si occupò dell'aiuto ai reduci, agli ex-partigiani, ai profughi e a tutte le vittime della guerra e del loro reinserimento nella società italiana. Le distruzioni e i lutti della seconda guerra mondiale non segnarono soltanto il passaggio dal regime fascista alla democrazia: la povertà del dopoguerra rappresentò un momento di crisi e opportunità che favorì la maturazione nel variegato schieramento antifascista di progetti di riforma del sistema di protezione sociale. Mettendo in dialogo le vicende istituzionali e politiche con la storia sociale dell'Italia post-bellica, la storia delle migrazioni e quella dell'umanitarismo internazionale, questo volume si interroga sul contributo di quest'amministrazione provvisoria alla trasformazione del sistema italiano di welfare e alla riformulazione dei rapporti tra Stato, società civile e cittadino.