L'antropologia storica italiana degli anni Settanta aveva sperimentato una circolarità di temi e metodi tra storici e antropologi che lavoravano a indagare, in una ricerca di terreno, l'evoluzione storica e le trasformazioni della cultura popolare. In linea con le prospettive dell'antropologia culturale britannica e con la scuola francese delle «Annales» interessata alle mentalità collettive, quella tradizione aveva coltivato la storia culturale unitamente alla storia politica. I successivi indirizzi storiografici italiani perdono quel legame stretto, che nasceva da un confronto più fitto della storiografia con l'antropologia culturale, che invece prosegue fuori d'Italia. La prospettiva di alcuni più recenti temi di ricerca che pongono al centro dell'attenzione la morfologia dei rituali, dei miti e dell'ethos, rapportata al sapere giuridico, all'economia dei mestieri, alla vita religiosa, all'iconografia, alla cultura della rivolta e alla conflittualità cetuale in antico regime, tuttavia suggerisce il recupero di quella grande eredità, l'apertura alla storia comparata e il dialogo tra storiografia, antropologia e altre scienze sociali per una parallela lettura, nel contesto storico dato, dei comportamenti culturali e politici.