Questo libro racconta la transizione democratica del Sudafrica attraverso le lotte di un manipolo di uomini di legge che, nelle aule di tribunale, sfidarono l'apartheid con le sole armi del diritto. Al racconto di queste imprese si intreccia la vicenda personale dell'autore, definito da Nelson Mandela il migliore talento fra gli avvocati della sua generazione. Ma Edwin Cameron, nominato nel 2009 giudice della nuova Corte costituzionale, è anche un sudafricano bianco nato in povertà, formatosi grazie alle borse di studio che lo hanno condotto fino a Oxford. Soprattutto, però, è l'unico membro dell'establishment sudafricano ad aver rivelato la sua condizione di malato di AIDS, testimone e protagonista insieme delle vicende giudiziarie che hanno garantito l'accesso universale ai trattamenti antiretrovirali contro l'HIV al tempo delle teorie negazioniste della diffusione del virus del presidente Thabo Mbeki. Quello che ne scaturisce è un originale libro di memorie, con un unico obiettivo: celebrare la legge come strumento capace di cambiare il destino di un popolo e la vita di milioni di singoli individui.