Il vento di follia continua a soffiare nel 1941, che vede l'indebolirsi della posizione italiana su tutti i fronti, ma soprattutto l'entrata in guerra dell'Unione Sovietica e degli Stati Uniti d'America, in quanto aggrediti rispettivamente dalla Germania e dal Giappone. Hitler intervenne prima nella penisola balcanica per assicurarsi generi alimentari e petrolio, nonché garantirsi le spalle coperte in vista dell'imminente attacco avvenuto a giugno. Nell'Est europeo i nazisti combattono nella convinzione che il nemico bolscevico, più che vinto, dovesse essere sterminato per liberare lo spazio vitale dovuto alla razza ariana. Dall'altro capo del mondo, il 7 dicembre la proditorietà dell'attacco giapponese alla base americana di Pearl Harbor determinò la dichiarazione di guerra da parte di Roosevelt. Si delinearono così i poderosi schieramenti chiamati a contrapporsi quasi in ogni angolo del pianeta, mentre la stesura della Carta Atlantica dichiarava per la prima volta quali fossero gli scopi della coalizione che si definì come Nazioni Unite.