Negli anni del dominio austriaco sul Veneto e sul Friuli (1814-1866), il controllo sociale esercitato dallo Stato e auspicato dai ricchi proprietari innovatori non fu totale e senza costi. I contadini tentarono in vari modi, con ribellioni, furti, atti di banditismo, di opporsi ai cambiamenti imposti, perché percepivano chiaramente che per loro si prospettava la perdita dei beni comuni e dei diritti - di raccolta, di pesca, di pascolo sui terreni pubblici e anche privati - che costituivano fino ad allora gli unici mezzi, se pur miseri, per poter sopravvivere.