Il racconto di un assedio di mille giorni, tra i più sanguinosi e feroci della storia dell'umanità, in un conflitto dai molti volti, ma né etnico, né religioso, ha richiesto all'autore una scelta radicale: evitare una narrazione con l'epicità delle grandi battaglie o col tono distaccato del libro di storia o né col piglio del corrispondente d'assalto magari influenzato dall'ideologia. L'assedio di Sarajevo, per essere raccontato, richiedeva di spingersi con l'occhio e con il cuore fin dentro ciò che avveniva, anche affrontando il pericolo di vivere con gli assediati e con i combattenti, per comprendere le ragioni della loro disperazione ma anche dell'umanità mai smarrita. L'autore racconta anche dell'unico italiano assassinato durante l'assedio, Gabriele Moreno Locatelli, vittima di un crimine impunito, nascosto da un intrico di interessi delittuosi e da una cortina di ipocrisia. Questo libro, smontando verità di comodo e svelando segreti inimmaginabili, arriva fin al «cuore di tenebre» dell'assedio, che ha oppresso per quattro anni gli abitanti di Sarajevo più di granate e pallottole.