L'opera, destinata ad un pubblico più vasto di quello ristretto degli specialisti, risponde all'esigenza di colmare un vuoto nella storiografia locale sulle origini e sulle vicende della Chiesa di Lucca durante tutto il Medioevo a partire dal processo di formazione della diocesi fino al ruolo centrale assunto da Lucca, caput Tusciae, in età longobarda, ruolo che ovviamente favorì l'allargamento del territorio diocesano alla Valdinievole e nel Valdarno. L'ampio panorama storico che emerge dalla ricostruzione dei fatti, opportunamente inseriti nella storia d'Italia e d'Europa, nonché dai ritratti dei personaggi che di quei fatti furono protagonisti, si caratterizza alla fine per il suo taglio non asettico, ma oseremmo dire "militante", attento alle ricadute delle vicende storiche del passato nell'attuale contesto civile ed ecclesiale. L'Autore lamenta infatti, nelle pagine finali, la progressiva decurtazione del territorio diocesano tra il XVI e il XVIII secolo per formare le diocesi di Pescia e S. Miniato, nonché per ingrandire, su pressioni e per ragioni esclusivamente politiche dell'allora granducato, l'arcidiocesi pisana con le irragionevoli enclave dei vicariati di Barga e Pietrasanta, il tutto avvenuto sempre senza un'adeguata reazione da parte delle autorità lucchesi e, soprattutto, senza che all'arcidiocesi di Lucca, dipendente fin dalle sue origini direttamente dalla Sede Apostolica e onorata da dieci secoli del privilegio del pallio, venisse mantenuto e riconosciuto il titolo di Chiesa Metropolitana sulle nuove diocesi, compresa quella massese che fu istituita nel 1822 anche a spese di territori lucchesi poi giustamente restituiti. In questo senso, scopo dell'opera è anche quello di sensibilizzare le competenti autorità ecclesiastiche e civili sulla necessità di recuperare il ruolo storico spettante alla Chiesa di Lucca nell'ordinamento gerarchico della Chiesa cattolica romana. Non a caso, il libro si apre con la citazione in epigrafe di due versi della Vita di Anselmo II, scritta dal vescovo Rangerio alla fine dell'XI secolo, che esaltano, oltre al profondo legame tra la Chiesa di Lucca e quella di Roma, la grande dignità della prima.