La notte tra il 14 e il 15 aprile 1912 il Titanic, la nave più bella, grande e affascinante di sempre, colpì un iceberg e affondò nelle gelide acque dell'oceano Atlantico, portando con sé 1.518 delle 2.223 persone presenti a bordo. In poco più di due ore, tutta l'opulenza e lo sfarzo del più grande gioiello dell'ingegneria navale di ogni tempo si inabissò, cancellando sogni, certezze e speranze di chi credeva che l'uomo avesse raggiunto un definitivo dominio sulla natura. Prendendo in esame le cronache, i giornali dell'epoca e altre fonti storiche, questo saggio ripercorre una pagina tragica del Novecento impressa in modo indelebile nell'immaginario collettivo.