Nella primavera del 1796, mentre le armate di Bonaparte rendevano possibile il rapido tracollo dei secolari Stati della penisola, tramontava la dominazione veneziana sul territorio bresciano. All'interno di alcune dimore della città, una manciata di giovani uomini tesseva un complotto contro la Dominante, dopo che per anni si erano mostrati insofferenti verso il suo governo. Attraverso lo studio di una vasta documentazione finora inedita, il volume prende le mosse dal momento in cui queste figure palesarono il proprio dissenso, per comprendere a fondo le loro motivazioni e se le istanze di breve periodo, diffuse nel continente europeo dal vento della rivoluzione di Francia, fossero più ispiratrici delle risalenti tensioni politiche locali. Si getta così nuova luce sui reali obiettivi dei congiurati, nonché sulla loro cultura politica, sfatando la mitizzazione che, anche in sede storiografica, si è fatta di questa vicenda. Al contempo, il lavoro esamina l'apprendistato politico di coloro che fino a quel momento erano stati esclusi dalla vita pubblica, ora chiamati al difficoltoso compito di catechizzare la popolazione per avvicinarla ai principi democratici e repubblicani. L'analisi delle vite parallele di questi personaggi, così differenti da entrare spesso in conflitto, permette di seguire quel lento e travagliato processo che condusse ad abbandonare la "piccola patria" per abbracciare la "patria italiana". Carlo Bazzani ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia moderna presso l'Università di Genova e l'Université Grenoble Alpes e attualmente è assegnista di ricerca all'Università di Verona. Si occupa di storia politica, istituzionale e culturale, in particolare dell'epoca rivoluzionaria e napoleonica in Italia. Autore di diversi saggi che indagano la storia del giornalismo e l'ideologia municipale, ha curato l'edizione integrale delle gazzette redatte da Giovanni Labus (1797-1799).