Quando si parla delle case di tolleranza in Italia, spesso le correnti di pensiero sono due: una glorifica, l'altra denuncia. Da una parte le signorine ammiccanti, l'arte della seduzione, il luogo sicuro e caldo dove far flanella o lustrarsi gli occhi; dall'altra le malattie veneree, gli abusi, lo strozzinaggio che incatenava le prostitute al mestiere. Sono entrambe facce della stessa medaglia e vanno descritte nella loro interezza per poter comprendere meglio il fenomeno a partire da quando ha cominciato a esistere: questo percorso si apre sulle antiche civiltà e arriva alla legge Merlin del 1958, focalizzandosi soprattutto sul funzionamento dei postriboli, sui regolamenti e su cosa significasse davvero fare la vita. Tra le pagine una sezione speciale è dedicata al Veneto, che nel corso della storia delle case chiuse è stato spesso in prima fila, dai fasti delle serenissime cortigiane fino alla leggendaria Cae de Oro trevigiana.