I dodici anni che danno il titolo a questo volume (133-121 a.C.) sono quelli in cui la Repubblica romana fu travolta dalle violenze seguite al tentativo dei Gracchi di riformare le istituzioni romane. Tiberio e Gaio Gracco, due rampolli della nobiltà sensibili alla questione sociale, cercarono di attuare una serie di emendamenti per mitigare le profonde diseguaglianze esistenti nelle campagne italiche e allargare la partecipazione politica ai ceti esclusi. Proposte come la riforma agraria, le leggi anticorruzione e l'allargamento della cittadinanza erano però fumo negli occhi per la classe senatoria tradizionale, che lottava invece per mantenere il privilegio di governare un impero in forte ascesa. Mattia Balbo ricostruisce, in forma chiara e intelligibile anche per i non specialisti, le implicazioni economiche, sociali e politiche che sono alla base dei singoli episodi, facendo luce su un periodo che non cessa di affascinare gli storici e che ha lasciato una grande eco nel nostro immaginario, come dimostrano la sopravvivenza del mito graccano durante la Rivoluzione francese e la sua vitalità nella cultura contemporanea, anch'essi da lui indagati nel presente saggio.