A cent'anni di distanza dall'assassinio di Giacomo Matteotti è ormai consolidata la tesi storiografica che la sua drammatica vicenda abbia rappresentato una traccia periodizzante nella storia italiana, segnando la transizione dallo Stato liberale al regime fascista. La notizia del suo rapimento - avvenuto a Roma il 10 giugno 1924 - suscita un'ondata di stupore e di sdegno in tutto il Paese: si sviluppano scioperi spontanei, cortei, dimostrazioni di protesta; i quotidiani escono con ripetute edizioni straordinarie andate rapidamente a ruba. Parte della stampa italiana e soprattutto straniera sottolinea la rilevanza di questo vero e proprio "affaire politico" che mette in crisi il governo Mussolini e rischia di destabilizzare i rapporti internazionali ancora in fase di consolidamento dopo la conclusione del primo conflitto mondiale. I giornali francesi, inglesi, statunitensi, argentini si soffermano per mesi sull'omicidio talvolta preconizzando, al di là della loro collocazione politica e degli interessi che li ispirano, il suo ruolo di spartiacque nella scelta tra democrazia e regimi autoritari.