Le montagne del Veneto hanno aspetto multiforme, con massicci rocciosi, altopiani, dorsali fitte di boschi e prati, valli popolose, dalla Lessinia al Grappa, dal Feltrino al Bellunese. Assicurano acqua, energia e biodiversità, ma anche luoghi di svago e varie forme di turismo. Questa realtà socio-territoriale, ricca di storia, cultura e identità diverse, nel 2018 è stata lacerata dalla tempesta Vaia, che ha atterrato milioni di abeti, dissestato prati e sentieri silvopastorali, scoperchiato malghe e case, intaccato l'economia. Molto faticoso è stato l'impegno delle istituzioni che, insieme a molteplici gruppi privati locali, si sono assunte l'onere di riparare i danni subiti. Nella primavera del 2020 un secondo evento sconvolgente impatta sulle aree montane: è la pandemia covidica che - anche se non nella misura prepotente conosciuta nelle città e nella pianura veneta - ha disorientato e addolorato gli abitanti, intaccato le strutture socio-sanitarie e depotenziato quelle formative. Questi due eventi - Vaia e Covid - che si sono manifestati nell'arco di un quadriennio (2018-2022) hanno evidenziato la fragilità di contesti particolari come quelli montani, la persistenza di problematiche antiche come le distanze dai luoghi di cura, l'assistenza e la formazione scolastica, ma anche la forza di legami consuetudinari. Il volume affronta questi temi in una prospettiva multidisciplinare.