L'ordine emanato il 18 settembre 1943 dal generale Kesserling comandava di resistere all'avanzata degli alleati lungo le linee di fortificazione e di ritirarsi lentamente distruggendo il territorio e lasciando alle spalle "terra bruciata" senza alcun riguardo verso la popolazione. Napoli e la Campania vennero a trovarsi sulla linea di fuoco quando era più forte il desiderio di vendetta verso gli italiani "traditori", nel momento dello sbarco alleato e al centro di uno dei combattimenti più duri e sanguinosi della campagna d'Italia. Per ricostruire le stragi naziste che ne conseguirono, e per indagare le caratteristiche della violenza dell'occupazione tedesca, la natura delle forme di resistenza da parte della popolazione, il rapporto tra combattenti e civili, la relazione tra memorie pubbliche e private, si incrociano fonti ufficiali (ritrovate negli archivi nazionali e internazionali) e fonti orali raccolte in un minuzioso lavoro sul campo, con l'intento di dare voce a quella popolazione civile che è stata la grande vittima della guerra ma anche, per lungo tempo, la vittima inascoltata. Questo straordinario affresco, come una sorta di romanzo polifonico narrato in prima persona dalla popolazione civile, ci restituisce un capitolo inedito di storia sociale della guerra.