"Questo è il libro che avrei voluto consegnare direttamente a Rina Ferrè. Ma, purtroppo, non è stato possibile perché ci ha lasciato nella primavera del 2020. Sono sicura che ne sarebbe stata orgogliosa, come quando ricevette, il 15/10/2016, la medaglia della Liberazione dal Ministero della Difesa, direttamente dalle mani della Ministra Pinotti, in occasione del 70° Anniversario della Liberazione. Ne andava fiera, perché per lei era troppo importante tenere vivo il ricordo di quei tempi. Rina aveva sempre voglia di raccontare ciò che aveva vissuto in quel periodo con la sua famiglia, in particolare con il padre partigiano in Valdossola, che divenne poi anche il primo Presidente dell'ANPI di Canegrate. E i suoi racconti erano sempre documentati con ritagli di giornali e fotografie. Raccontare, per lei, era occasione utile per rivelare fatti di cui era stata testimone. Ma anche per poter trasmettere quel clima nel quale si era svolta parte della sua giovane vita, ricostruito per gli altri affinché diventasse anche per loro memoria. Raccontare di quel tempo anche per rivelare, alle giovani e ai giovani di oggi, che le ragazze e i ragazzi di allora erano esattamente come loro, stretti fra dubbi e paure, convinti di non fare nulla di così eccezionale, di "storico", ma di compiere un dovere civile che ha finito per coinvolgere tutti in una sola volontà, sostenuta dalla speranza di liberazione. Ed è proprio dall'importanza di ricordare il nostro passato e di farlo conoscere alle nuove generazioni, che è nata l'idea di questo libro che, nel suo piccolo, può contribuire a tenerne viva la memoria."