Nell'età contemporanea il termine crisi assume innumerevoli valenze. Nella sfera politica il suo uso sfocia spesso in abuso, in particolare quando l'opinione pubblica evoca la presenza di uno stato di "crisi" per delegittimare l'azione di una controparte equiparandola a un nemico e non a un avversario. Il volume si pone l'obiettivo di applicare questa categoria storiografica al periodo che dalla fine del conflitto bellico culmina nella formazione del governo Mussolini. Si tratta di un arco temporale durante il quale si registra una ricorrente evocazione di uno "stato di crisi" che, a seconda della fonte generante, viene variabilmente attribuito al sistema istituzionale, ai partiti, alla società, all'economia. Tutte queste diverse fattispecie di crisi rientrano nella più generale "crisi" del sistema politico. In tutti i saggi emerge un profondo nesso biunivoco fra dimensione istituzionale e narrazione della democrazia, poiché l'artificiosa "narrazione della crisi" del sistema parlamentare si traduce nel primo dopoguerra nella delegittimazione dell'assetto costituzionale.